Croccantini delle feste

120 g di mandorle, 50 di arachidi, 30 g di armelline, 200 di zucchero, un cucchiaio di succo di limone, 2 cucchiai di acqua, due gocce di aroma  alla vaniglia.

Oggi anch’io preparo i croccantini per i miei nipoti ed ho l’occasione di raccontare loro questo ricordo d’infanzia.

- Nel caseggiato dove abitavamo c’era una mamma, vicina di casa di nome Anna, era casalinga ed era fra le altre donne del vicinato la nostra preferita. La signora Anna era una donna alta, magra con il viso un poco allungato nel mento, i capelli scuri non proprio neri, le mani eleganti con delle belle dita lunghe di cui era molto orgogliosa; le muoveva armoniosamente facendole fluttuare nell’aria mentre parlava con una grazia da nobildonna.

Nel periodo delle vacanze scolastiche, quando le nostre mamme lavoravano fuori casa, a noi bimbette e bimbetti delle elementari “ci dava un occhio” per così dire, oggi si direbbe faceva un poco da tager mutter; ella aveva preso la consuetudine di prepararci i croccantini per le feste, ma non quelli semplici acqua e zucchero cotto (le cosiddette “siele”  per la tosse, in veronese) bensì quelli con le noccioline americane e le armelline. Durante l’estate ci faceva conservare gli “ossi di pesca” e di albicocca poi li spaccava e metteva i semi al sole sul davanzale della finestra  più soleggiata.

Al momento di preparare i croccantini le stavamo tutti intorno a guardare ciò che succedeva dentro quel tegame di alluminio segnato dall’usura dove lo zucchero si liquefava lentamente e poi, eccole le armelline, le noccioline ed i pochi semi di pesca, perchè diceva: -“ quelli di pesca sono velenosi  ma 2 – 3 non fanno male.”-  tutto veniva tritato con il coltello infisso nel tavolo della sua cucina. La signora Anna era speciale e tutte le sue cose erano speciali, anche quel tavolo con il mattarello infilato al suo posto al di sotto di esso sulla destra ed il tagliere con il coltellone sopra sulla sinistra, al centro un bel cassetto grande. Era sopra al tavolo che lei poggiava un bel pezzo di marmo bianco piano, lo ungeva con l’olio e vi versava sopra il composto caldissimo.

“-Attenti bambini, lontani, lontani che scotta, se lo toccate vi resterà attaccato alle dita”- e noi lì ad aspettare il taglio che avveniva subito prima che il croccante diventasse secco. Rettangoli, rombetti, quadratini di croccantino con il buchetto in cima, fatto con uno stuzzica-dente per farvi passare il filo per appenderli ed eccoli pronti color cannella. Trasparenti e lucidi i croccantini della signora Anna sembravano gioielli d’ambra e facevano un gran figurone.-

Ora i croccantini che preparo sono certamente più abbondanti di mandorle, noccioline ma aggiungo sempre anche le armelline che mi fanno ricordare con tenerezza e gratitudine la gentile signora Anna.

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