Proprio la Mamma, questa figura resa teatralmente monolitica, alla quale è stata attribuita ogni responsabilità sulle mancanze caratteriali dei figli, si è finalmente liberata in questi ultimi anni dall’immagine di mamma onnipresente e di conseguenza anche di quella soprattutto di suocera, definita sul mio dizionario, al secondo significato (spregiativo o scherzoso) come persona litigiosa, autoritaria: non fare la suocera.
Ora non è più così, la distanza tra la suocera e le nuove nuore o generi è abissale, i giovani hanno sperimentato la convivenza con la persona amata, coabitando in un medesimo luogo anche in paesi lontani da casa, non ricevendo più alcuna intromissione da parte della famiglia d’origine e da entrambi i genitori.
Diviene evidente che piano, lentamente, il passare degli anni, studiare all’estero, uscire da casa adolescente, via all’estero per lavorare e poi la convivenza con ragazze/i cui non si conosce nulla o pochissimo, rende difficile creare rapporti umani soddisfacenti. Fra genitori e figli c’è quindi un nuovo rapporto familiare che supera il puro e semplice amore filiale e cerca di amalgamare persone ormai diverse; rimane l’animo, per i genitori, di infondere coraggio, energia ai propri figli/e, sempre nella speranza che essi siano maturi per adeguarsi ai rapporti su basi diverse.
E’ comunque ormai il caso di dare nuove accezioni alle parole: suocero e suocera, figure che stanno affrontando in maniera diversa le nuove dinamiche familiari. Nel frattempo, prendiamone atto “le suocere non ci sono più”.